Posts written by Kirito

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    Giacomo Leopardi
    Leopardi illustrato in modo sintetico


    L’infanzia, l’adolescenza e gli studi
    Nasce a Recanati il 29 giugno 1798. Recanati era un borgo di uno degli Stati più culturalmente arretrati d'Italia, lo stato pontificio. La famiglia poteva essere inclusa tra le più cospicue della nobiltà terriera marchigiana, ma si trova in cattive condizioni patrimoniali. Il padre, uomo colto, aveva messo insieme una notevole biblioteca. Le sue idee politiche aspiravano al ritorno dei regimi e metodi politici autoritari ostili a tutte le idee diffusesi con la rivoluzione francese e con le campagne napoleoniche. Giacomo cresce in questo ambiente conservatorio, che in un primo momento lo influenzò. La vita familiare era dominata dalla madre, interamente dedita alla cura del patrimonio, caratterizzata da un'atmosfera autoritaria, oppressiva e priva di confidenza ed affetto. Giacomo viene istruito da precettori ecclesiastici, ma intorno ai 10 anni, non ebbe più nulla da imparare da essi e continuò i suoi studi da solo, chiudendosi nella biblioteca paterna, per quei sette anni di studio matto e disperatissimo, che contribuirono a minare il suo fisico già fragile. Dotato di un'intelligenza straordinariamente precoce, si formò presto una vasta cultura imparando il latino, il greco e l'ebraico, traducendo classici latini.
    La conversione dall'erudizione al bello
    Tra il 1815/16 si attua quella che Leopardi chiama la conversione dall'erudizione al bello, abbandoni gli studi filosofici e si entusiasma per i grandi poeti: Omero, Virgilio e Dante. Comincia a leggere i moderni: Rousseau, la vita di Alfieri, il Werther, l'Ortis. Questa apertura con il mondo esterno gli rende ancor più insostenibile l'atmosfera chiusa di Recanati e suscita in lui il bisogno di uscire da quella specie di carcere. Nel 1819 tenta la fuga, ma il tentativo viene scoperto e sventato. Raggiunge successivamente la percezione lucidissima della nullità di tutte le cose, che diviene il nucleo del suo sistema pessimistico. Questa crisi segna un altro passaggio, dal bello al vero.

    Le esperienze fuori Recanati
    Nel 1822 ha la possibilità di uscire da Recanati recandosi a Roma. L'uscita tanto desiderata si rivela una grande delusione, gli ambienti letterali di Roma appaiono vuoti e meschini. Tornato a Recanati si dedica alla composizione delle Operette morali a cui affida l’espressione del suo pensiero pessimistico. Comincia così un periodo di aridità interiore, spingendolo a dedicarsi alla prosa, all'investigazione dell’acerbo vero.
    Nel 1825 gli si presenta la possibilità di lasciare la famiglia e di mantenersi con il proprio lavoro. Soggiorna cosi a Milano, Bologna, Firenze e Pisa dove la dolcezza del clima e una relativa tregua dei suoi mali favoriscono un risorgimento della sua facoltà di sentire e di immaginare. Nella primavera del ’28 nasce A Silvi, che apre la serie dei grandi idilli.
    L’ultimo soggiorno a Recanati, Firenze e Napoli
    Le necessità economiche però incalzarono. Nel 1828, aggravatesi le sue condizioni di salute, divenne impossibile ogni sorta di lavoro costringendo Leopardi a tornare in famiglia. Rimane a Recanati per un anno e mezzo “sedici mesi di notte orribile”. Vive isolato nel palazzo paterno, senza rapporti con alcuno, immerso nella sua tetra malinconia. Nel 1830 accetta una generosa offerta dagli amici fiorentini: un assegno per un anno. Lascia per sempre Recanati e stringe una fraterna amicizia con un giovane Napoletano, Antonio Ranieri e con lui fa vita comune fino alla morte che lo accoglie a Napoli il 14 giugno del 1837.

    Le lettere
    Di Leopardi ci è rimasto un folto gruppo di lettere che, pur non essendo state scritte per la pubblicazione, sono testi di straordinaria bellezza e intensità. Tra le più significative ci sono quelle a Pietro Giordani. Il giovane Leopardi pativa la chiusura e l’isolamento nella piccola città, all’interno di una società nobiliare ottusa e in una famiglia in cui mancava il calore della comunicazione umana, trovò Giovanni come un ideale sostituto della figura materna che gli mancava, un confidente a cui confessare i propri tormenti interiori, le proprie idee letterarie e i propri progetti, ricevendo consigli e incoraggiamenti.
    Un gruppo di lettere è indirizzato ai familiari: al fratello Carlo, a cui lo legava fin dall’infanzia una forte complicità; alla sorella Paolina, in cui trova un alter ego, un’anima solidale per sensibilità ed interessi, a cui confidare le proprie vicende più intime. Le lettere al padre rivelano invece una difficoltà di rapporto: era troppo lontano ideologicamente e culturalmente al figlio, ingessato in una mentalità rigidamente conservatrice. Ci sono anche lettere destinate ad importanti personalità come: Vincenzo Monti.

    Il pensiero
    Tutta l’opera leopardiana si sviluppa su un sistema di idee continuamente meditate e sviluppate.
    Al centro della riflessione di Leopardi si pone subito un motivo pessimistico, l’infelicità dell’uomo. Identifica la felicità con il piacere sensibile e materiale, l’uomo non desidera un piacere, bensì il piacere: aspira ad un piacere che sia infinito per estensione e durata. Pertanto, siccome nessuno dei piaceri goduti dall’uomo può soddisfare questa esigenza, nasce un senso di insoddisfazione perpetua, un vuoto incolmabile dell’anima. Da questo piacere infinito che sempre sfugge, nasce l’infelicità dell’uomo, il senso della nullità di tutte le cose.
    L’uomo è dunque, necessariamente infelice, per la sua stessa costituzione. La natura, che in questa prima fase è concepita come madre benigna e attenta al bene dalle sue creature, ha voluto offrire un rimedio all’uomo: l’immaginazione e l’illusione, grazie alle quali i primitivi e gli antichi Greci e Romani, più vicini alla natura, quindi capaci di illudersi e immaginare, erano felici, ignorando la loro reale infelicità. Il progresso allontana l’uomo da quella situazione privilegiata, mettendo brutalmente sotto i suoi occhi il “vero”, rendendolo infelice.

    Il pessimismo storico
    La prima fase del pensiero leopardiano è tutta costruita sull’antitesi tra natura e ragione, antichi e moderni. Gli antichi, nutriti di illusioni, capaci di azioni eroiche, a differenza dei moderni, resi incapaci dal progresso. La colpa dell’infelicità è quindi attribuita all’uomo stesso. Questa fase del pensiero di Leopardi è stata designata come “pessimismo storico”, la costruzione negativa del presente viene vista come un processo storico, di una decadenza e allontanamento progressivo da una condizione originaria di felicità, pur sempre relativa, frutto di illusione, un generoso inganno.

    La natura malvagia
    La concezione di natura benigna entra in crisi. Leopardi si rende conto che, la natura punta alla conservazione della specie, sacrificando anche il bene del singolo individuo, generando sofferenza. Deduce così che il male rientra nel piano stesso della natura. È la natura che ha messo nell’uomo quel desiderio di felicità infinita, senza dargli i mezzi per soddisfarlo, così la colpa dell’infelicità non è più dell’uomo.

    Il pessimismo cosmico
    Se causa dell’infelicità è la natura stessa, tutti gli uomini, antichi inclusi, sono infelici. Al pessimismo storico si sostituisce un pessimismo cosmico: l’infelicità non è più legata ad una concezione storica e relativa all’uomo, ma ad una concezione assoluta, diventando un dato eterno e immutabile di natura.

    L’infinito nell’immaginazione
    La “teoria del piacere” da una parte costituisce il nucleo centrale della filosofia pessimistica di leopardi, dall’altro è il punto d’avvio della sua stessa poetica. Nella realtà il piacere infinito non esiste, l’uomo può figurarsi piaceri infiniti mediante l’immaginazione. La realtà immaginaria costituisce la compensazione, l’alternativa a una realtà vissuta che non è altro che infelicità e noia.
    Ciò che stimola l’immaginazione a costruire questa realtà parallela, in cui l’uomo trova l’illusorio appagamento al suo bisogno di infinito, è tutto ciò che è vago e indefinito.
    Leopardi elenca una serie di suoni suggestivi perché vaghi, “la teoria del suono” che si costruisce contemporaneamente al vago ed indefinito.

    Il bello poetico
    Il bello poetico consiste nel vago e indefinito, si manifesta essenzialmente in immagini vaghe, queste immagini sono suggestive perché evocano sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli. La rimembranza diviene essenziale al sentimento poetico.

    I Canti [1817-1836]
    La composizione accompagnò tutta la vita del poeta; le poesie coprono infatti un arco cronologico che vanno dal 1817 al 1836 ed ebbero ben 5 edizioni, la definitiva stampata postuma nel 1845. L’edizione definitiva comprende 34 testi, ordinati secondo diversi criteri e suddivisi in 5 blocchi.
    1. Le Canzoni caratterizzate dalla struttura ritmica complessa, lessico raro e anticheggiante, figure retoriche che ne rendono complessa la lettura. Ai temi civili si affiancano quelli filosofici, con le prime riflessioni compiute sull’infelicità dell’uomo moderno: la fine dello stretto rapporto con la natura, tipico degli antichi, e la caduta delle illusioni portano alla progressiva rivelazione dell’arido vero.
    2. Gli idilli (l’infinito), costituiscono una novità sul piano metrico, stilistico e temantico. L’io diventa protagonista assoluto: la poesia ha il compito di registrarne i sentimenti e i moti interiori. Si fa sempre più urgente in Leopardi la necessità di investigare l’acerbo vero dell’infelicità umana.
    3. I canti Pisano-Recanatesi (A Silvia) segnano il ritorno di Leopardi alla poesia dopo la stagione delle Operette Morali; un tempo detti grandi idilli, costituiscono una mediazione sull’esistenza contrassegnata dal passaggio al cosiddetto pessimismo cosmico.
    4. Il ciclo di Aspasia comprende i canti ispirati all’amore non ricambiato per Fanny Targioni Tozzetti. La caduta dell’ultima illusione pone definitivamente il poeta davanti la disperazione assoluta, che egli assume consapevolmente raffigurando la propria eroica resistenza contro la malvagità del destino. Il linguaggio si fa più teso e aspro, al lessico del vago ed indefinito si sostituisce quello del mistero e della terribilità.
    5. I canti napoletani (la ginestra) vedono l’eliminazione dell’io poetico a vantaggio di una riflessione impersonale su una verità universale che prescinde dall’esperienza del singolo; in particolare La Ginestra denuncia la precarietà dell’esistenza umana all’interno di una macchina cosmica che la trascende e la ignora, rivendicando però la dignità e la sofferenza che sfocia nella solidarietà tra gli uomini. Lo stile si fa severo ed oggettivo.

    Le operette morali [1824-1832]
    Il titolo dall’opera ne indica l’argomento (la filosofia morale, che studia i comportamenti dell’uomo) e ne sottolinea l’apparente leggerezza, assieme alla rinuncia dell’autore a costruire un trattato sistematico. Questi scritti, nati dalla conversione filosofica e dalla teoria del piacere, esprimono il disincanto di Leopardi, la caduta di ogni speranza e si concretizzano in una filosofia negativa.
    Fra in temi fondamentali: la critica ai falsi miti dell’età contemporanea e alla visione della natura non più come madre benigna dell’uomo, bensì come matrigna indifferente e prima causa della loro infelicità. Lingua e stile sono assai innovativi: dominano l’ironia, il paradosso e lo straniamento.

    Lo Zibaldone di pensieri [1817-1832]
    Raccolta alla rinfusa di materiali vari e disparati, di carattere personale e privato (non scritto per la pubblicazione, che avviene postuma). Si tratta di una raccolta di appunti, osservazioni, ricordi, note di lettura, discussioni. Uno strumento per chiarirsi con se stesso, serbatoio di materiali per le opere da comporre ed un laboratorio per esperimenti stilistici, una particolare testimonianza della scrittura privata di Leopardi.

    I Pensieri
    Pubblicati postimi, si tratta di 111 brevi riflessioni in prosa, che hanno per argomento i caratteri degli uomini e il loro comportamento in società. I temi sono gli stessi dello Zibaldone e delle operette morali; la vera novità è una sdegnata denuncia al male che gli uomini si provocano l’un l’altro, trattandosi vicendevolmente come nemici anziché unirsi in una solidale lotta contro il vero nemico comune, la natura.


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    Italo Svevo - Aronne Ettore Schmitz
    Svevo illustrato in modo sintetico


    » La vita [1861-1928]
    Aronne Ettore Schmitz nacque nel 1861 a Trieste, lo pseudonimo di Italo Svevo, richiama la sua duplice matrice culturale, italiana e tedesca, lasciando in ombra la terza, quella ebraica. Non fu un ebreo praticante: in occasione del matrimonio con una ragazza cattolica non esitò a farsi battezzare. Avviato dal padre nel al commercio, studiò per quattro anni in un collegio in Germania; coinvolto nel fallimento dell'impresa paterna, dovette guadagnarsi da vivere abbandonando momentaneamente le ambizioni letterarie. Per vent'anni, lavorò in banca, dedicandosi contemporaneamente a collaborazione editoriali e all'insegnamento. A seguito del matrimonio, con Livia Veneziani, entrò nella ditta del suocero. Seguirono anni di intenso lavoro e viaggi frequenti all'estero, in particolare in Inghilterra. La necessità di imparare l'inglese gli diede l'occasione di conoscere James Joyce, che risiedeva allora Trieste e di cui divenne amico.
    Svevo coltivò la letteratura come una passione segreta, anche se quasi tutti i suoi lavori erano destinati a rimanere nel cassetto. Le prime opere pubblicate furono due novelle: "una lotta" e "l'assassino di via Belpoggio". A sue spese fece stampare i romanzi: "una vita" e "Senilità", accolte dalla più totale indifferenza di pubblico e critica. L'insuccesso lo umiliò a tal punto che giurò a stesso di smettere di scrivere. Solo dopo la grande guerra si decise a violare il giuramento, pubblicando il romanzo "La coscienza di Zeno". Inizialmente fu un nuovo fiasco, finché, su interessamento di Joyce, la critica francese lanciò l’opera; seguì un successo internazionale, con traduzioni in francese, tedesco e inglese. Infine il caso Svevo esplose anche in Italia, grazie a Eugenio Montale; Svevo scrisse tra l'altro alcuni importanti racconti e abbozzò un quarto romanzo, il vegliardo rimasto incompiuto a seguito della morte improvvisa causata da un incidente stradale nel 1928.
    Le costanti letterarie
    Il conflitto tra attività economica e vocazione letteraria si riflette nell'opera sveviana assumendo la forma dialettica del contrasto tra due modelli di vita opposti, fondati l'uno sulla lotta per il successo e l'altro sulla ricerca della serenità interiore. Il personaggio Sveviano, incapace di adattarsi a un ambiente sociale ostile o indifferente, diviso fra il bisogno di integrazione e la salvaguardia della propria irrinunciabile individualità.
    Svevo si rivela soprattutto maestro nell'introspezione psicologica del personaggio, in cui sa indagare i meccanismi di difesa e le strategie di autoinganno. Il personaggio più che agire riflette, questo riflettere non lo conduce all'elaborazione di una sapienza, bensì rivela uno strumento deviante: una valvola di sfogo per i desideri insoddisfatti e inconfessati.
    L'italiano è la lingua poco familiare a Svevo, cresciuto in una città in cui si parlava dialetto era più a suo agio con il tedesco. La sua cultura letteraria è perciò quella di un autodidatta, una lingua artificiale. Di qui l'accusa di scriver male formulata da diversi critici. Nonostante ciò, svevo resta uno dei maggiori scrittori europei del novecento.
    » Le opere
    Ammiratore di Darwin, nelle cui teoria cercava risposte in merito a ciò che spinge gli uomini a rivaleggiare fra loro e ai fattori che in questa lotta determinano successi e fallimenti, svevo concentra però l'attenzione non sul vincitore ma sul perdente nell'ambito della selezione naturale.
    Una lotta vuole esplicitare le rivalità che si accendono tre maschi per la conquista della femmina.
    Trama: Arturo e Ariodante, corteggiano entrambi la bella Rosina: Arturo è tutto cervello, Ariodante incarna invece la maschia bellezza, è un uomo d'azione. A quest'ultimo andrà il favore di Rosina, il bruto vince alla fine sulla civiltà del sentimento.
    L'assassinio di via bel poggio nell'uomo confliggono l'istinto egoistico e gli istinti sociali, che fungono da deterrente: il comportamento oscilla fra lotta per la vita e legge del branco, impulsi di autoaffermazione e divieti morali.
    Trama: Giorgio, un fallito che vive di lavori saturi e che, in un raptus omicida uccide Antonio. All'atto impulsivo non segue alcun rimorso. A tormentarlo sarà il timore del giudizio della folla, che si trasforma in angoscia. Giorgio finisce così per tradirsi e confessa immediatamente per non impazzire.
    » Una Vita [1892]
    Trama
    La storia ruota intorno ad Alfonso Nitti, trasferitosi da poco a Trieste dal paese natale, dopo aver trovato lavoro da impiegato presso la banca Maller. Un giorno viene invitato a casa del banchiere, dove si riunisce in un salotto letterario, guidato dalla figlia di Maller, Annetta. Qui, Alfonso cerca il suo modo di emergere socialmente, mostrando le sue ambizioni letterarie. Conosce quindi Annetta con cui intreccia una relazione amorosa, un rapporto tra una donna capricciosa e volubile e un uomo desideroso di riconoscimento sociale e artistico. Fa amicizia, inoltre, anche con Macario, giovane ambizioso e sicuro di sé. Per Alfonso sembra essere giunto il momento più favorevole (è sul punto di sposare Annetta), ma l’uomo, improvvisamente, ritorna nel suo paese, in una sorta di fuga dalla sua nuova vita per dedicarsi nuovamente alla speculazione interiore e per assistere la madre malata, che muore poco dopo. Il ritorno di Alfonso a Trieste non corrisponde al recupero della situazione precedente: Annetta sta per sposarsi con il cugino, al protagonista viene affidato una mansione meno importante in un altro ufficio e i suoi tentativi di riottenere il favore della famiglia Maller sortisce l’effetto opposto. Alfonso, ormai, si sente odiato e perseguitato dai Maller, che ormai pensano che questo voglia ricattarli. Il protagonista chiede ad Annetta di poterla incontrare per chiarire la situazione, ma all’appuntamento si presenta il fratello, che sfida l’uomo a duello. Alfonso, vittima della sua inettitudine e credendo che Annetta desideri la sua morte, si suicida. La notizia del suo decesso viene affidata dall’autore a una fredda, impersonale e ipocrita lettera della Maller, in cui viene dichiarata, falsamente, sconosciuta la ragione del gesto dell’impiegato.
    La figura dell'inetto
    Svevo pubblica il romanzo a proprie spese. Il protagonista, figura di antieroe assolutamente incapace di cogliere le occasioni per affermarsi, non poteva incontrare i gusti del pubblico del tempo. L'eroe romantico era una figura affascinante, l'inetto seveviano è invece un individuo negato per la lotta, goffo e ridicolo, incapace di dominare la vita, perennemente frustrato e scontento. Alfonso è spesso distratto sul lavoro, lento, disordinato, è il ritratto dell'inefficienza. Non sa cogliere le occasioni che gli si presentano e si lascia così sfuggire la possibilità di sposare Annetta e di promuovere la propria posizione sociale. Alfonso è nato perdente.
    L'inganno della coscienza
    La vicenda si snoda senza grandi colpi di scena, perché al centro del racconto sono le risonanze intense che gli eventi, suscitano nell'animo del protagonista: subentra così il romanzo dell'esistenza e la sfera della coscienza che nell'inetto non si rivela strumento di conoscenza strategia di autoinganno per contraffare la realtà. Dalla costatazione di essere incapace alla vita, ma c'è un Alfonso la scelta finale del suicidio.
    Influssi naturalisti
    Il romanzo ha l’abbondanza di dettagli descrittivi, l'attenzione allo status sociale dei personaggi, lo scrupolo scientifico ne coglie gli aspetti clinici della malattia. Alfonso è osservato all'interno di quattro fondamentali Milieux: la banca, la famiglia, casa Maller, il villaggio natio.
    » Senilità [1898]
    La trama
    Emilio conduce una vita anonima e ritirata con la sorella nubile Amalia. Amalia si innamora senza speranza dello scultore Stefano balli, mentre Emilio si invaghisce della disinibita popolana Angiolina, che lo tradisce e lo inganna senza pudore. Amalia cerca la pace negli stupefacenti che la portano alla morte, Emilio stanco di giustificare sempre e comunque l'amante infedele, trova il coraggio di lasciarla.
    Il distacco dagli schemi naturalisti
    Svevo riduce il numero dei personaggi si concentra sull'esplorazione del loro mondo interiore. Adotta il campo visivo dei due protagonisti, Emilio e la sorella Amalia. Il mondo esterno è una realtà lontana e nel romanzo c'è posto solo per l'amore. Il tempo e lo spazio si contraggono all'oscurità serale in cui vive l'ombroso Emilio e all'appartamento dove Amalia conduce la sua claustrale esistenza.
    La senilità
    La senilità cui allude il titolo non ha nulla a che fare con l’età anagrafica, ma è una condizione interiore: Emilio è un personaggio debole passivo. Emilio e la sorella sono persone irrealizzate, avviate al declino senza mai aver raggiunto la maturazione. La vita li ha solo sfiorati ed essi, con la loro insoddisfatta brama di piacere e di amore, si sono lasciati vincere dal torpore e rinchiusi in un bozzolo, al cui interno sono diventati vecchi prima del tempo.
    L'irruzione dell'amore
    L'amore irrompe in queste vite grigie e apatiche sconvolgendone. L'esperienza dell'amore significa vivere all'improvviso una giovinezza mai conosciuta. Significativamente I due partner, Stefano e Angiolina, rappresentano tutto ciò che ai protagonisti manca e, in più, possiedono una noncuranza propria degli individui destinati a trionfare nella lotta per la vita.
    Il carnevale
    La vicenda è ambientata nel periodo del carnevale, rappresenta il rovesciamento della vita ordinaria; l'esistenza dei due protagonisti all'improvviso è capovolta dalle pulsioni vitali e dell'arbitrio personale, in un vortice che dalla noia condurrà, attraverso il dolore, ad una noia ancora più grave.

    » La coscienza di Zeno [1923]
    La trama
    Il romanzo è scandito in otto capitoli.
    - Nel primo il Dottor S annuncia di aver deciso di pubblicare per vendetta i quaderni il suo paziente Zeno Cosini reo di aver interrotto la terapia psicanalitica.
    - Nel secondo Zeno dichiara la valenza terapeutica dei propri quaderni autobiografici.
    - Nel terzo Zeno illustra i numerosi e vani tentativi di smettere di fumare.
    - Nel quarto descrive il rapporto conflittuale con il padre.
    - Nel quinto racconta le bizzarre circostanze che lo hanno portato a sposare Augusta Malfenti.
    - Nel sesto narra della relazione con Carla, che precede parallela al matrimonio.
    - Nel settimo racconta la società stretta con il rivale Guido, marito di Ada Malfenti, e le circostanze della sua morte.
    - Nell'ottavo condanna la terapia psicoanalitica come fallimentare e proclama la propria auto guarigione.
    La struttura narrativa
    Zeno scrive dei quaderni a tema recuperando i capitoli più importanti della propria esistenza. Se gli eventi sono disposti in ordine cronologico, non mancano però sovrapposizioni, ripetizioni o anticipazioni. Ogni evento passato è sempre ricondotto al presente di Zeno, che si descrive nell'atto di ripensare il proprio passato, sottolineando l'intenzionalità della scrittura da parte dell’io narrante. Ne deriva la percezione di un tempo fluttuante.
    Un romanzo anti-psicanalitico
    La psicoanalisi costituisce l'innesco narrativo e il quadro scientifico di riferimento del romanzo, la redazione dei quaderni precede le sedute di cui Zeno offre un sommario. La coscienza di Zeno si risolve di fatto in una completa liquidazione della terapia psicoanalitica, sulla quale Svevo nutriva forti dubbi causati dall'esperienza del cognato che, dopo due anni di sedute a Vienna con Freud in persona, fece ritorno a Trieste in condizioni ancora peggiori, congedato come incurabile. Lo stesso dottor S, viene liquidato al termine come un isterico vendicativo. Alla psicoanalisi viene negato ogni valore conoscitivo e non sono risparmiate critiche sul piano della dottrina, della terapia e del metodo. La confutazione radicale delle scoperte freudiane è condotta inizialmente con sottile malizia mentre nell'ultimo capitolo la psicoanalisi viene esplicitamente liquidata. 
    Il complesso di Edipo
    L'io narrante rilegge il proprio passato alla luce del complesso di Edipo in cui crede di riconoscere la matrice della propria malattia. Svevo è molto abile nel depistare il lettore sul conto del protagonista: le qualità positive di Zeno vengono intese come sintomi della malattia e i suoi successi come capricci della fortuna.
    Giunto infine alla conclusione di non essere affatto malato, Zeno vorrebbe riavere i suoi quaderni per poterne scrivere la propria autobiografia da un diverso punto di vista, abbandonando la chiave interpretativa edipica e operare una rilettura del testo rintracciando, segnali di sanità laddove erroneamente erano stati individuati sintomi di malattia.
    Il trionfo di Zeno
    Zeno chiude in attivo il bilancio della propria esistenza, in particolare nei fondamentali capitoli dell'amore, del lavoro e della salute.
    Zeno pur non riuscendo a sposare la donna che crede di amare trova senza volerlo una moglie adorabile, la relazione con Carla procede liscio e senza alcun incidente di percorso.
    Nell'ambito del lavoro, ottiene incoraggianti successi finanziari.
    Per quanto riguarda la salute, Zeno non perde occasione di raffigurarsi come bisognoso di cure, anche se il suo male, è la vita stessa. Gode di una salute di ferro.
    Quanto al rapporto con il padre, viene rivisto come la figura debole, ossessionato dall'idea della morte, emotivamente bloccato e incapace di compiere il ruolo di genitore.


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    Edited by Kirito - 19/5/2017, 15:56
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    Complimenti
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    Ritorna la sezione spam!
    Dopo anni, torna la sezione dedicata allo spam sul Revelation Portal.


    E' ormai dal lontano 2013 che abbiamo deciso di rimuovere la sezione dedicata alla pubblicità di altri forum, insieme alle collaborazioni di vario genere, come gemellaggi e affiliazioni. A distanza di anni, viene rivisitata questa nostra politica. Sarà nuovamente disponibile la sezione dedicata allo spam, con non moltissime limitazioni per coloro che intendono postare all'interno.


    Edited by Ace PugnoDiFuoco - 16/6/2017, 20:14
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    Regolamento per lo spam

    È possibile aprire un solo topic per ogni forum, sito, blog, ecc;
    È possibile commentare lo stesso topic di spam solo una volta ogni 24 ore;
    Potete pubblicizzare il vostro sito solo se quest'ultimo è accessibile dallo Staff del Revelation Portal;
    Il nome della discussione deve contenere esclusivamente il titolo del servizio che state pubblicizzando, sono vietati link o immagini, nel titolo o nella descrizione.
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    Benvenuto :welcome:
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    Taci, hai fatto due cosette nel codice.
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    Restyle Gruppi! 2.0
    Il Revelation Portal si rinnova!
    Sono passati ormai anni dall'ultima modifica alla gerarchia dei gruppi, ebbene sì, è arrivato il momento di dare un pizzico di novità.
    Questa volta il cambiamento riguarda maggiormente i gruppi appartenenti allo staff: il gruppo Direttore e Vice direttore sono stati rimpiazzati dal gruppo Amministratore, il gruppo Coordinatore e Collaboratore dal Moderatore, il gruppo Staff rinominato in Collaboratore e il gruppo Staff in prova rinominato in Tirocinante. L'unico gruppo non appartenente allo staff che è stato soggetto a modifica è il Senior, semplicemente rinominato in Special.
    Anche lo stile dei gruppi è stato modernizzato, sono state inserite nuove descrizioni, le icone completamente sostituite con delle nuove più gradevoli e leggere per facilitarne il caricamento.
    Spero che l'aggiornamento sia gradito a tutti!


    Edited by Kirito - 12/4/2017, 09:35
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    Tutto online, c'è voluto un po' più del previsto. :E
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    L'intero server è in ripristino. Tempo 24 ore e sarà tutto online, intoppi esclusi.
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    Benvenuta!
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    Nuovo traguardo per il Revelation!
    Tutto grazie a Te!



    Dall'ultima news non è passato molto, ma torniamo già qui ad aggiornarvi sulle novità del forum. Ebbene sì, il Revelation Portal ha raggiunto un traguardo non da poco: 5.000.000 visite totali dal giorno della sua creazione e, quasi contemporaneamente, 10.000 discussioni totali e 10.000 utenti registrati.
    Per questo motivo mi sento, dal profondo del cuore, di ringraziare chi ha reso possibile tutto ciò: grazie Kirito, tutto merito tuo. Come al solito. :cool:


    Edited by Kirito - 21/8/2015, 23:45
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    Benvenuto.
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    Kirigaya Kazuto Kirito, sei in prova, ora puoi visualizzare la sezione Working dove potrai postare i tuoi lavori e farli controllare prima di metterli effettivamente sul forum. Per ogni sezione ci sono dei Moduli da utilizzare. Prima di iniziare la tua prova leggi la Guida per lo Staff in Prova.
    Per eventuali dubbi, per sapere di più sul tuo andamento e migliorare consultati con gli Staffer qui.
  15. .
    frfr

    Edited by Kirito - 13/12/2017, 20:07
847 replies since 1/3/2012
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