La seconda rivoluzione industriale: il trionfo dell'industria e della borghesia

Riassunto di storia della seconda rivoluzione industriale

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    La seconda rivoluzione industriale: il trionfo dell'industria e della borghesia
    Riassunto di storia della seconda rivoluzione industriale


    La seconda rivoluzione industriale
    Tra il 1850 e il 1870 l’Europa si ricoprì di ferro, il sistema dei trasporti fu completamente modificato dalla nuova rete ferroviaria; anche i viaggi per mare subirono una radicale trasformazione, si diffusero le navi a vapore, ma l’innovazione decisiva fu l’abbandono del legno in favore del ferro per costruire lo scafo delle navi. Si era verificata una rivoluzione nei trasporti, che aveva provocato un importante cambiamento: l’industria siderurgica aveva soppiantato l’industria tessile, come settore di punta del sistema produttivo industriale. Nella prima metà del secolo si era utilizzata prevalentemente la ghisa, ferro quasi al naturale; in seguito l’acciaio, lega metallica di ferro e carbone estremamente depurata, più resistente e più facile da lavorare. Fu inventato dall’inglese Henry Bessemer un apparecchio chiamato “convertitore” che bruciava le impurità di ghisa, soffiandovi dentro dell’aria quando era ancora in stato di fusione; da allora l’acciaio iniziò a poco a poco a sostituire la ghisa. Cominciarono a circolare con grande velocità i messaggi e le idee, come il telegrafo elettrico, apparecchio trasmittente che, consente di inviare messaggi a un apparecchio ricevente. Grazie ad esso, si svilupparono le agenzie di informazioni, che vendevano notizie soprattutto ai giornali. Ci fu l’invenzione del telefono, apparecchio capace di inventare i suoni in correnti elettriche e di trasmetterli e riceverli. Ideato da Antonio Meucci e perfezionato da Alexander Bell. Guglielmo Marconi inventò il telegrafo senza fili che trasmetteva e riceveva utilizzando le onde radio e elettromagnetiche, l’invenzione permise di scambiare messaggi fra le navi in mare e la terraferma, facilitando eventuali operazioni di soccorso; più tardi fu inventato l’apparecchio radio, sistema di comunicazione destinato a grande fortuna nel XX secolo. La “seconda rivoluzione industriale” fu caratterizzata dalla scoperta della nuova fonte di energia, l’elettricità, che a poco a poco soppiantò il vapore come forza motrice delle macchine. Ci fu l’invenzione della dinamo, che sostituì il vapore e il carbone, un apparecchio capace di trasformare il movimento in elettricità e viceversa. Thomas Alva Edison costruì a New York una centrale elettrica capace di alimentare un migliaio di lampadine (invenzione da lui brevettata tre anni prima). Per produrre energia elettrica fu utilizzata soprattutto la forza dell’acqua, combinando la dinamo con una macchina della turbina. Questa, mossa dall’acqua, azionava a sua volta la dinamo che trasformava il movimento in energia elettrica. Oltre all’elettricità, fu scoperto il petrolio che era possibile estrarlo mediante trivellazione del terreno e, il loro sfruttamento diventò un nuovo modo per fare fortuna: una vera corsa all’oro nero che iniziò in America. Dal petrolio, attraverso fasi di depurazione chimica,
    si estraevano il cherosene, impiegato per l’illuminazione, e la benzina e la nafta, utilizzata per motori diesel degli autocarri o le navi, e per macchine industriali. John D. Rockefeller si garantì un vero monopolio commerciale della produzione di petrolio. Accanto all’industria siderurgica, si ebbe l’industria chimica; le raffinerie, stabilimenti per la lavorazione del petrolio, per la produzione di coloranti artificiali. Oltre ai concimi, s’inventarono gli anticrittogamici, preparati chimici che prevengono o arrestano le malattie delle piante, proteggendole dagli insetti nocivi. Anche l’impiego delle macchine, fornite dalle industrie meccaniche, contribuì ad accrescere considerevolmente la produttività dell’agricoltura ottocentesca.

    La borghesia al potere
    A fine Ottocento ci furono molte trasformazioni politiche in Europa: il ruolo socialmente assunto dalla borghesia con la rivoluzione industriale portò alla formazione di governi costituzionali e l’affermazione del liberalismo, sistema politico che proclamava il principio della sovranità dei cittadini, rappresentata da un Parlamento liberamente eletto. Un po’ alla volta si delineò una nuova organizzazione del mercato mondiale: alcuni paesi si specializzarono nella produzione industriale e nello sviluppo delle tecnologie, altri si dedicarono all’agricoltura. Il liberalismo si affermò in gran parte degli Stati europei, a eccezione della Germania, della Francia (che viveva il ritorno all’autoritarismo conservatore di Napoleone III), dell’Impero austro-ungarico, dove l’autonomia del Parlamento era limitata dal militarismo delle dinastie, e in Russia, dove perdurava l’assolutismo zarista. Nacquero anche proposte ispirate ai principi socialisti: i filosofi rivoluzionari tedeschi Marx ed Engels fornirono una complessa interpretazione del capitalismo e della storia umana. In ogni epoca, essi sostennero, che la vita degli uomini è stata dominata dall’esigenza di procurarsi i beni materiali indispensabili; le modalità di produzione e distribuzione di tali beni hanno sempre innescato delle lotte tra le classi sociali. Nel periodo ottocentesco, la lotta di classe contrapponeva capitalisti e operai. Questa lotta di classe avrebbe portato a una rivoluzione a opera delle masse proletarie unite, al termine della quale si sarebbe instaurata prima la dittatura del proletariato, poi un sistema di proprietà comune dei mezzi di produzione e un’equa distribuzione dei beni. Nel 1864 venne fondata a Londra la Prima Internazionale, organizzazione a difesa dei lavoratori, il cui programma fu steso da Marx; fu sciolta poi nel 1876 per i contrasti tra anarchici e marxisti. Nella seconda metà del XIX secolo si diffuse l’anarchismo, movimento rivoluzionario propagandato dal russo Bakuin; lo sfruttamento e le ingiustizie cui l’uomo era sottoposto era una conseguenza dell’ordinamento statale. Ogni tipo di Stato andava abbattuto con una rivoluzione e sostituito con un’unione dal basso tra le associazioni operaie. Alla fine del secolo, si svilupparono anche il movimento operaio, le prime forme di associazionismo, le prima organizzazioni sindacali (Camere del Lavoro, Confederazioni Generali del lavoro), in questo modo gli operai acquisirono maggiore forze sociali, ottenendo i primi diritti sociali e civili. Tra il 1873 e il 1896 l’economia europea entrò in crisi causata dall’aumento della produzione complessiva di beni, in eccedenza rispetto alla domanda. Un fenomeno analogo ci fu anche nell’agricoltura, aumentò l’offerta di grano e calarono i prezzi; il principio del libero commercio entrò in crisi e si affermò quello dell’intervento statale nell’economia: tranne la Gran Bretagna, tutti gli Stati adottarono una politica protezionistica, favorendo le produzioni locali. In Italia ciò, favorì la nascita e la crescita di alcune importanti aziende. La depressione economica di fine Ottocento modificò le industrie europee, le medie e piccole aziende furono acquistate dalle maggiori, arrivando così a controllare interi settori produttivi
    creando grandi concentrazioni industriali, tra loro collegate con associazioni (cartelli), a volte dislocate in più stati (multinazionali). La concentrazione delle industrie fu accompagnata dalla concentrazione di grandi capitali, si formarono così le grandi società finanziarie dette holdings. Tali concentrazioni influirono sulle politiche dei governi, si rafforzò quindi il mercato internazionale attraverso l’espansionismo coloniale, alla ricerca di nuovi spazi dove collocare capitali e prodotti.
    La rivoluzione dei consumi e dei modi di vita
    Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento le condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari avevano toccato punti più bassi mai toccati nella storia. Il motivo di tutto ciò era l'industria, per creare profitto si doveva vendere e produrre molto. Si aveva bisogno di acquirenti e ciò fu soddisfatto in due modi diversi: da un lato portò alla ricerca di mercati esterni e all'espansione coloniale delle potenze industriali; dall'altro trovò risposta nell'innalzamento dei salari e delle potenzialità di acquisto delle classi lavoratrici. Ci fu un vero consumo di massa, sollecitato dai giornali che consentivano di far giungere la voce a chiunque. Ci furono progressi nel campo dell'agricoltura con la diffusione di fertilizzanti e nuovi mezzi di trasporto, in questo modo la disponibilità di grano diventò più abbondante e sicura. Si ebbe anche la disponibilità di carne e pesce, ma si doveva avere la possibilità di conservare a lungo i prodotti. Il problema della conservazione del cibo si faceva con la tecnica della salagione: il sale, assorbendo l'acqua e prosciugando gli alimenti ne prolungava la durata. Altre tecniche erano l'essiccazione al sole e l'affumicatura, la pre-cottura dei cibi, l'immersione in olio, l'infusione in alcol, la cottura con lo zucchero e la fermentazione. Anche il freddo era utilizzato come agente conservante, si realizzarono artificialmente le basse temperature. La prima macchina frigorifera fu brevettata da John Gorrie; il francese Charles Tellier realizzò il primo impianto frigorifero su un piroscafo. Queste nuove tecniche furono applicate ai vagoni ferroviari e montati su pescherecci. Un'altra tecnologia fu quella di rinchiudere gli alimenti in un recipiente sigillato, l'idea venne ad un pasticcere francese e fu chiamata "appertizzazione". Essa, consisteva nel bollire i prodotti e riporli poi in un contenitore di vetro sigillato. I recipienti di vetro cominciarono a essere sostituiti con quelli di latta, oltre alla carne si iniziarono a inscatolare verdure. Ciò segnò una svolta nella storia dell'agricoltura europea, che diventò, in larga misura, fornitrice di prodotti per l'industria alimentare. Più lentamente si diffuse l'industria conserviera in paesi come l'Italia, dove il consumo di verdure fresche era più abituale. Si tentò di inscatolare anche il latte, tramite la condensazione: il latte veniva fatto bollire con l'aggiunta di zucchero, fino a raggiungere la consistenza del miele. Due anni dopo si produsse il primo latte in polvere in Gran Bretagna. Nel corso dell'Ottocento, l'aumento dei salari e il calo dei prezzi consentirono a molti l'acquisto di capi di vestiario, si descrisse questa come rivoluzione del vestiario, sottolineando come la possibilità di acquistare biancheria personale, da letto, da tavola, per la prima volta si fosse estesa alle famiglie povere. Attraverso i messaggi pubblicitari, si arrivò ad una vera corsa all'acquisto in nuovi tipi di negozi, i grandi magazzini. Le differenze nel modo di vestire segnavano l'appartenenza sociale: solo i nobili potevano indossare indumenti preziosi e colorati. Elemento fondamentale del vestito maschile diventò l'abito intero, giacca e pantaloni, con il panciotto o il gilè sulla camicia e cilindro in testa. Nell'abito femminile, destinato alle donne di classi più agiate resto caratterizzato dalla varietà, dai colori e dalle insolite forme. Si ebbero nuove conquiste nella scienza medica, fra le innovazioni si ricorda il metodo dell'auscultazione, appoggiare l'orecchio sul corpo del malato per ascoltarne le vibrazioni sonore. Lo stetoscopio, un apparecchio che permette di amplificare i suoni provenienti dall'interno del corpo, la siringa per iniezioni e il termometro per misurare la temperatura corporea. Louis Pasteur scoprì l'esistenza di microbi e
    dimostrò che le infezioni sono prodotte da questi germi. Importanti innovazioni vennero anche nel campo della chirurgia con l'introduzione dell'anestesia, sospensione o riduzione della sensibilità del paziente mediante l'uso di preparati chimici, allo scopo di rendere indolore un intervento chirurgico; anche l'introduzione dell'asepsi, la sterilizzazione del materiale chirurgico. I miglioramenti nell'alimentazione e nella medicina permisero una crescita progressiva e ininterrotta della popolazione europea. Una conseguenza del fenomeno fu la concentrazione degli uomini nelle città, nelle quali i quartieri operai erano separati da quelli in cui vivevano le classi medie e questo valeva sia per le città cresciute con la rivoluzione industriale sia per le città più antiche. Nella seconda metà del secolo si ebbero novità anche nell'edilizia: si usarono materiali mai usati in precedenza come il ferro e il cemento armato, il vetro per accrescere la luminosità all'interno dell'edificio. In quel periodo sorsero in America i primi grattacieli. Ferro, cemento e vetro furono impiegati prevalentemente in edifici pubblici e privati di grandi dimensioni, per le costruzioni ordinarie si continuarono a usare tecniche e materiali tradizionali: mattoni, legno, calce, pietre.
    Macchine per la vita quotidiana
    In seguito all'ingrandimento delle città, furono ideati nuovi veicoli per permettere spostamenti urbani: l'omnibus, il tram e la metropolitana. Con l'invenzione dell'automobile si assistette a una vera rivoluzione del trasporto privato e, se all'inizio erano simili a carrozze poi furono costruiti i primi stabilimenti industriali in grado di produrre vetture con telaio in lamiera. L'esigenza di aumentare la produzione portò all'ideazione della catena di montaggio, da parte di Henry Ford che suddivideva le operazioni di lavoro e diminuiva i costi della produzione, accorciando anche i tempi. Da un iniziale modello di biciclo a ruote in legno si crearono prima il velocipede poi la bicicletta, mezzo di trasporto di massa di uso quotidiano. Vari esperimenti portarono all'invenzione dell'aeroplano, i primi progetti avevano una sola ala, successivamente furono ideati i biplani e i triplani. Nacque la fotografia che fu perfezionata con l'introduzione dei dagherrotipi, riscossero un immediato successo di pubblico e furono usati per documentare le realtà lontane e sconosciute. Il cinema fu ideato a Parigi dai fratelli Lumière. Un'altra innovazione fu l'Introduzione nell'ambiente domestico di macchine ad impiego industriale, come la macchina per cucire; si diffusero anche l'aspirapolvere, la macchina per scrivere, il telefono, la macchina fotografica e il grammofono. La scoperta della possibilità di registrare e riprodurre suoni portò all'invenzione del fonografo a cilindro, trasformato in disco. Lo sviluppo economico e le innovazioni scientifiche alimentarono un clima di ottimismo e fiducia, mito del continuo progresso della tecnologia. Nella nuova società un posto di primo piano aveva l'orologio che regolava il lavoro e i viaggi di treni e navi. Queste novità però, portarono all'emergere di voci critiche, che avvertivano il distacco dei ritmi naturali e il cambiamento in atto nei rapporti tra uomo, ambiente e senso della natura.


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