Stati, imperi e nazioni dall'800 al '900

Riassunto di storia degli stati, imperi e nazioni dall'800 al '900

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    Stati, imperi e nazioni dall'800 al '900
    Riassunto di storia degli stati, imperi e nazioni dall'800 al '900


    L’unificazione della Germania e il completamento dell’unità italiana
    Nel corso dell'Ottocento si volevano unificare gli stati tedeschi appartenenti alla Confederazione Germanica, su iniziativa della Prussia, nel 1834 fu istituita l'unione doganale che abbatté le dogane permettendo la circolazione delle merci e la creazione di un mercato interno. Il progetto fu sostenuto dal re di Prussia Guglielmo I Hohenzollern che voleva unificare sotto il proprio regno i paesi tedeschi, con il sostegno di nobili e borghesi; il governo fu affidato a Ottone di Bismarck. In Francia, Napoleone III instaurò una dittatura personale assumendo la carica di imperatore, in politica interna stimolò lo sviluppo industriale mentre in politica estera conquistò colonie in Africa e Asia venendo però sconfitto nel tentativo di inserirsi in Messico. Il ruolo di Napoleone III fu sostanziale nella questione romana, uno dei problemi più spinosi del regno d'Italia. La questione romana, senza Roma il risorgimento non si poteva considerare compiuto, ci furono due tendenze che ipotizzavano la soluzione adeguata: - Una moderata, ipotizzava una soluzione pacifica - Una d'azione, ipotizzava una soluzione con l'intervento delle armi. Un tentativo di conquista fu fatto da Garibaldi nel 1862, ma Napoleone minacciò di intervenire in difesa del Papa, il Governo italiano raggiunse i garibaldini sul massiccio dell'Aspromonte e si arrivò ad un accordo diplomatico con la Francia, dopo uno scontro, firmando nel 1864 “la convenzione di settembre”. Napoleone III si impegnava a ritirare la guarnigione da Roma, mentre il governo italiano a non aggredire i possessi pontifici, ma a difenderli. Nel frattempo in Europa, dopo aver battuto gli austriaci a Sadowa e aver imposto il suo predominio sugli stati tedeschi, la Prussia mirava a creare un grande impero germanico, anche la Francia voleva affermare il suo primato in Europa e così Bismarck riuscì a scatenare a Parigi una sollevazione popolare che portò alla nascita della Terza Repubblica, presieduta da Adolphe Theirs; quest’ultimo, firmò l'armistizio con la Prussia ottenendo Alsazia e Lorena. Democratici e socialisti insorsero instaurando la Comune, governo popolare di ispirazione socialista basato su forme di giustizia sociale e partecipazione diretta del popolo al governo. Nel gennaio 1871, a Versailles il re di Prussia fu acclamato imperatore del secondo Reich, un grande Stato tedesco con capitale Berlino con caratteri autoritari grazie ad un forte peso dell'esercito. La struttura istituzionale era parlamentare. I francesi erano stati vinti a Sedan dove Napoleone III fu fatto prigioniero, a questo punto il governo italiano inviò a Roma l'esercito che entrò in città attraverso la Breccia di Porta Pia il 20 settembre 1870. L'occupazione di Roma e la sua proclamazione come nuova capitale, provocò una grave tensione tra la Santa sede e lo Stato che fu tentata di superarla con la legge delle guarentigie, in base a questa legge lo Stato italiano si impegnava a non interferire con la Chiesa, al papa erano assicurati gli onori sovrani e una dotazione annua di 3 milioni di lire a carico dello Stato. Il Papa Pio IX però, proibì ai cattolici di partecipare alla vita politica dell'Italia e con questo il dissidio tra Stato e Chiesa durò per circa mezzo secolo.

    Le grandi potenze tra assolutismo e liberalismo
    Nella seconda metà del 19º secolo nell'impero asburgico sopravviveva l'assolutismo monarchico, lo stato tenuto insieme dall'esercito e da una solida amministrazione aveva un carattere multinazionale. Gradualmente le rivendicazioni di autonomia dei vari popoli iniziarono ad emergere: nel 1848 le rivolte furono soffocati dall'esercito. Le perdite territoriali come il Veneto e i paesi tedeschi resero più difficile la coesione dell'impero, con il riconoscimento dell'indipendenza del regno di Ungheria, nacque l'impero austroungarico con due Stati e due capitali. L'impossibilità di tenere insieme e controllare regioni diverse tra loro condusse nell'800 l’impero turco ottomano ad una crisi, la questione d'oriente. Al centro del conflitto c'era il controllo della penisola balcanica e il
    predominio dei traffici del Mar Nero verso l'India e l'Asia centrale, nel 1854 lo zar di Russia attaccò l'impero turco e diede inizio alla guerra di Crimea. A fianco della Turchia si schierarono Francia e Inghilterra e si ebbe la fine del conflitto nel 1855 con la sconfitta della Russia. Il congresso di Berlino nel 1878 sancì il ridimensionamento russo e l’indipendenza di Romania, Serbia, Montenegro e Bulgaria e la cessione all'Austria di Bosnia ed Erzegovina; la questione non era però ancora risolta. In Russia permaneva l'assolutismo, la servitù della gleba fu abolita dallo zar Alessandro II, ma a questo primo passo seguì l'assegnazione delle terre che favorì però la proprietà nobiliare creando delusioni e tensioni. Lo scollamento tra sudditi e sovrano favorì la diffusione dell'anarchismo e del populismo portando nel 1861 alla morte dello zar, ucciso da un anarchico e. All'inizio del 19º secolo la Gran Bretagna era una monarchia costituzionale liberale con un forte sviluppo industriale e dopo la restaurazione riprese forza l'ala conservatrice dei tories che approvò le leggi sul grano imponendo dazi su importazioni di cereali, favorendo proprietari terrieri e tenendo alti i prezzi. Le rivendicazioni che seguirono non rimasero inascoltate e furono approvate molte leggi innovative come: diritto di riunione, allargamento del diritto di voto, legge sui poveri fino all'abolizione dei dazi doganali sul grano e legge sul lavoro nelle fabbriche. Si favorì una lunga fase liberale, l'età vittoriana in cui al governo si alternarono i Whigs, che favorirono lo sviluppo industriale e i Tories che allargarono il diritto di voto. Nella seconda metà dell'800 negli Stati Uniti l'espansione verso ovest fu alimentata da migrazione di milioni di europei, provenienti dai paesi industrializzati. La politica del governo favorì l'afflusso di immigrati: L'Homestead act che garantiva la proprietà di terre a chi le coltivasse. Dopo il 1880 iniziarono ad arrivare immigrati dall'Europa del sud est, iniziarono così tensioni sociali e si approvarono alcune restrizioni verso l'immigrazione. L'espansione verso ovest avvenne a danno delle popolazioni indigene e negli anni 1862-90 si combatté una lunga guerra tra indiani e coloni, quest'ultimi prevalsero e la civiltà indiana fu distrutta. Gli Stati Uniti presentavano diversità sociali ed economiche: gli stati del sud avevano un'economia agricola ed erano avvantaggiati dall'assenza di dazi doganali, gli Stati del Nord avevano un'economia basata su industrie ed erano favorevoli all'abolizione della schiavitù e all'introduzione di dazi e dogane sulle importazioni, nacquero così i contrasti tra gli Stati settentrionali e meridionali. I contrasti si inasprirono dopo l'elezione del presidente Lincoln contrario alla schiavitù e favorevole a una maggiore unione tra gli Stati. Undici Stati del sud si staccarono dall'unione creando gli Stati confederati d'America. La secessione non fu accettata e iniziò una guerra civile in cui prevalsero gli Stati del Nord.

    Il nuovo colonialismo
    Nel Diciannovesimo secolo gli Stati industrializzati avevano bisogno di: - Assicurarsi le materie prime occorrenti alla produzione - Crearsi in ogni parte del mondo nuovi mercati in cui vendere e investire i propri prodotti e capitali Iniziò così una nuova fase di espansione coloniale, di cui maggior esponente furono Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone che portò a una fase di crescita della produzione. Il trattato di Berlino del 1884 fu stabilito dai rappresentanti delle maggiori potenze che si riunirono e decisero le rispettive zone di influenza e le norme da seguire per l'occupazione; esso prevedeva il rispetto di alcune regole: quando uno Stato occupava una porzione di costa, doveva comunicarlo agli altri e godeva del diritto di penetrare nel territorio interno, fin dove i suoi interessi non si scontravano con quelli di altri stati occupati. Francia Inghilterra procedettero ad insediarsi sulla maggior parte delle coste e delle regioni interne del continente africano. L'espansione francese seguì una direttiva orizzontale, da ovest a est, mentre quella inglese una direttiva verticale da nord (Egitto) e da sud (Colonia del Capo). Le due linee di espansione si incrociarono nell'Africa centrale, in Sudan, non si ebbe nessuno scontro. Nell'ultimi decenni del 19º secolo l'espansione coloniale delle potenze
    industriali europei si rivolse anche verso l'Asia, nel Sud-est asiatico si ampliarono i domini della Francia, degli Stati Uniti e della Germania. L'Inghilterra si espanse in Birmania e Malesia consolidando il dominio sull'India. La Russia si espanse verso est fino al Pacifico. All'inizio dell'Ottocento la Cina conservava i suoi ordinamenti tradizionali: l'imperatore divinizzato, l'importanza dei mandarini, ampi poteri ai governatori delle province. I commerci con gli europei erano regolati da leggi restrittive. La guerra dell'oppio segnò l’inizio della penetrazione in Cina dell'Inghilterra, ciò provocò delle reazioni interne: rivolte contadine e la rivolta dei boxers. In malcontento interno alla Cina crebbe in seguito alla sconfitta nella guerra contro il Giappone. Alla fine dell'ottocento l'isolamento del Giappone fu spezzato dagli Stati Uniti dopo di che i porti furono progressivamente aperti, nel giro di pochi anni si avviarono l'industrializzazione e riforme politiche, l'introduzione al parlamento e fu incrementata la forza militare avviando un'espansione territoriale ed economica in direzione della Cina. La sconfitta dei russi in Manciuria dettò impressione in Occidente: era la prima vittoria di un paese non europeo nei confronti di un paese europeo. Nel 19º secolo anche l'Australia fu popolata dagli europei, soprattutto da inglesi. Introdussero la pastorizia e dopo la scoperta di miniere d'oro, i flussi migratori aumentarono; gli europei giunsero anche nelle terre polari in precedenza abitate dagli inuit (in Nord America) e dagli yupik (Asia). All'espansione coloniale di fine ottocento presero parte anche gli Stati Uniti d'America, che seguirono l'espansione nell'area del Pacifico. Il presidente Cleveland rivendicò il diritto statunitense a una posizione di dominio rispetto agli equilibri del continente americano. Gli Stati Uniti intervennero dopo una ribellione contro gli spagnoli a Cuba, a cui furono sottratte Guam e Portorico. Il colonialismo europeo in America terminava, mentre si espandeva l'influenza degli Stati Uniti sulle deboli repubbliche sudamericane.


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