L’ascesa del fascismo in Italia

Riassunto di storia l’ascesa del fascismo in Italia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    Elites User

    Group
    Amministratore
    Posts
    22,167
    Reputazione
    +772
    Location
    San Benedetto del Tronto

    Status
    Offline

    L’ascesa del fascismo in Italia
    Riassunto di storia l’ascesa del fascismo in Italia


    Il primo dopoguerra in Italia caratterizzò una difficile condizione economica e sociale. Molte industrie chiusero, aumentò la disoccupazione e il costo della vita e con esse, la rabbia. Ai contadini non fu assegnata la terra promessa e nel 1919 le agitazioni nel mondo del lavoro crebbero: gli operai chiedevano salari migliori, i contadini occuparono latifondi e terreni incolti. Inoltre, si aggiungevano i debiti contratti dal paese con gli Stati uniti durante la guerra. Il disavanzo cresceva per l'importazione di prodotti alimentari poiché l'agricoltura italiana non bastava a sfamare la popolazione. Nel dopoguerra i cattolici italiani entrarono nella vita politica, con il Partito Popolare fondato da Don Luigi Sturzo, un partito di massa con consenso soprattutto nelle campagne centrosettentrionale. Il programma era aperto ai problemi del mondo del lavoro: prevedeva l'assegnazione di terre ai contadini, l'abolizione del servizio militare obbligatorio, il voto alle donne e il potenziamento delle autonomie locali. Nel novembre 1919 si svolsero le prime elezioni a suffragio universale maschile e con il sistema proporzionale: la maggioranza andava ai liberali. Nel 1921 una citazione interna diede vita al partito comunista d'Italia, ispirato al bolscevismo russo. Il governo fu affidato a Nitti. Introdusse il sistema proporzionale, legalizzò l'occupazione delle terre, fu conciliante verso le aziende, nella prospettiva di portare i socialisti al governo. Nel settembre 1919 un gruppo di volontari guidato da D'Annunzio occupò la città di Fiume. Il governo condannò il gesto, mentre la propaganda nazionalista avvallò portando avanti L'idea della "vittoria mutilata". La situazione portò alla crisi del governo e alle dimissioni di Nitti. Nel 1919 a Milano si costituì un nuovo movimento politico guidato da Benito Mussolini, i "fasci di combattimento", privo di un programma preciso ma caratterizzato dall'uso della violenza. Gli aderenti erano ex combattenti di diversa estrazione sociale, ma accomunati dal malcontento verso la situazione italiana e i partiti politici. Nell'aprile 1919 a Milano le squadre fasciste assaltarono e bruciarono la sede dell'"Avanti!", giornale socialista diretto da Mussolini. Le azioni squadriste si diffusero poi nelle campagne, contrastando la presenza socialista e sindacalista. Dopo le dimissioni di Nitti, al governo tornò Giolitti, in un periodo di grande tensione sociale. Nonostante le richieste di intervento degli industriali, Giolitti confermò la linea di
    neutralità del governo. Le parti si accordarono: gli operai ottennero aumenti salariali e un limitato controllo sulle fabbriche. La questione di Fiume fu risolta con il trattato di Rapallo (1920), che concedeva all'Italia l'Istria e Zara mentre Fiume diventava Città libera. Questa linea politica fu disapprovata dagli agrari e dagli industriali più conservatori che si avvicinarono ai fascisti. Anche il governo lasciò agire le squadre fasciste, nella convinzione che il movimento si sarebbe esaurito e che potesse essere usato per limitare l'azione dei socialisti massimalisti e, in realtà i fascisti accrebbero la loro forza aprendosi la via per andare al governo. Nel luglio 1921 Giolitti si dimise e al suo posto andò al governo Bonomi. I fascisti elessero 30 parlamentari, di cui si servirono per ottenere appoggi dei centri di potere. Fu fondato il partito nazionale fascista e Mussolini annunciò un'azione di forza per ottenere il potere, la "marcia su Roma". Fu affidato a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo, che ebbe voto favorevole del parlamento, a eccezione di socialisti e comunisti e fu costituito un corpo militare di volontari (milizia volontaria per la sicurezza nazionale), con cui si continuarono a colpire gli avversari politici. Alle elezioni del 1924 vinsero i fascisti, alleati con i liberali. Alla riapertura del parlamento, Giacomo Matteotti denunciò che le lezioni si erano svolti in un clima di intimidazioni e violenze e ne chiese l'annullamento, qualche giorno dopo fu rapito e assassinato da una squadra fascista. Questo evento suscitò una reazione indignata che indebolì la posizione di Mussolini. I deputati dell'opposizione abbandonarono i lavori parlamentari (secessione dell'Aventino), ma il gesto non ebbe conseguenze. Mussolini si assunse la responsabilità dell'accaduto invitando il parlamento ad accusarlo. A quel punto ai prefetti fu imposto di sciogliere le organizzazioni contrari al fascismo e furono sospesi i lavori parlamentari, aprendo la strada all'instaurazione di un regime totalitario.


    Revelation Portal © RIPRODUZIONE RISERVATA

     
    .
0 replies since 26/1/2018, 14:50   39 views
  Share  
.